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Postquam « bonum certamen certavit et cursum consummavit » (cfr 2 Tim
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Acta Benedicti Pp. XVI 575
buono! ».27 Faceva nascere il pentimento nel cuore dei tiepidi, costringendoli a
vedere, con i propri occhi, la sofferenza di Dio per i peccati quasi « incarnata »
nel volto del prete che li confessava. A chi, invece, si presentava già deside-
roso e capace di una più profonda vita spirituale, spalancava le profondità
dell'amore, spiegando l'indicibile bellezza di poter vivere uniti a Dio e alla sua
presenza: « Tutto sotto gli occhi di Dio, tutto con Dio, tutto per piacere a
Dio... Com'è bello! ».28 E insegnava loro a pregare: « Mio Dio, fammi la grazia
di amarti tanto quanto è possibile che io t'ami ».29
Il Curato d'Ars, nel suo tempo, ha saputo trasformare il cuore e la vita di
tante persone, perché è riuscito a far loro percepire l'amore misericordioso del
Signore. Urge anche nel nostro tempo un simile annuncio e una simile testi-
monianza della verità dell'Amore: Deus caritas est. 1 Gv 4, 8; con la Parola e
con i Sacramenti del suo Gesù, Giovanni Maria Vianney sapeva edificare il
suo popolo, anche se spesso fremeva convinto della sua personale inadegua-
tezza, al punto da desiderare più volte di sottrarsi alle responsabilità del
ministero parrocchiale di cui si sentiva indegno. Tuttavia con esemplare
obbedienza restò sempre al suo posto, perché lo divorava la passione aposto-
lica per la salvezza delle anime. Cercava di aderire totalmente alla propria
vocazione e missione mediante un'ascesi severa: « La grande sventura per noi
parroci - deplorava il Santo - è che l'anima si intorpidisce »,30 ed intendeva
con questo un pericoloso assuefarsi del pastore allo stato di peccato o di
indifferenza in cui vivono tante sue pecorelle. Egli teneva a freno il corpo,
con veglie e digiuni, per evitare che opponesse resistenze alla sua anima
sacerdotale. E non rifuggiva dal mortificare se stesso a bene delle anime
che gli erano affidate e per contribuire all'espiazione dei tanti peccati ascol-
tati in confessione. Spiegava ad un confratello sacerdote: « Vi dirò qual è la
mia ricetta: dò ai peccatori una penitenza piccola e il resto lo faccio io al loro
posto ».31 Al di là delle concrete penitenze a cui il Curato d'Ars si sottoponeva,
resta comunque valido per tutti il nucleo del suo insegnamento: le anime
costano il sangue di Gesù e il sacerdote non può dedicarsi alla loro salvezza
se rifiuta di partecipare personalmente al « caro prezzo » della redenzione.
Nel mondo di oggi, come nei difficili tempi del Curato d'Ars, occorre che i
presbiteri nella loro vita e azione si distinguano per una forte testimonianza
27 Ibid., p. 139. 28 Ibid., p. 28. 29 Ibid., p. 77. 30 Ibid., p. 102. 31 Ibid., p. 189.