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et constantia perseveravit, ut omni ope ac studio in proximum spem instillaret,
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Acta Benedicti Pp. XVI 185
rienze di primo annuncio e non mancano risultati anche molto incoraggianti.
Personalmente posso constatare come il Vangelo, annunciato con gioia e fran-
chezza, non tarda a guadagnare il cuore degli uomini e delle donne di questa città,
proprio perché esso è la verità e corrisponde a ciò di cui più intimamente ha
bisogno la persona umana. La bellezza del Vangelo e della fede, infatti, se pre-
sentati con amorevole autenticità, sono evidenti da se stessi. Ma il riscontro
numerico, talvolta sorprendentemente alto, non garantisce di per sé la bontà di
un'iniziativa. La storia della Chiesa, anche recente, non manca di esempi. Un
successo pastorale, paradossalmente, può nascondere un errore, una stortura di
impostazione, che magari non appare immediatamente. Ecco perché vorrei chie-
derle: quali devono essere i criteri imprescindibili di questa urgente azione di
evangelizzazione? Quali sono, secondo lei, gli elementi che garantiscono di non
correre invano nella fatica pastorale dell'annuncio a questa generazione a noi
contemporanea? Le chiedo umilmente di segnalarci, nel suo prudente discerni-
mento, i parametri da rispettare e da valorizzare per poter dire di compiere
un'opera evangelizzatrice che sia genuinamente cattolica e che porti frutto nella
Chiesa. La ringrazio di cuore per il suo illuminato magistero. Ci benedica.
Sono contento di sentire che si fa realmente questo primo annuncio, che si
va oltre i limiti della comunità fedele, della parrocchia, alla ricerca delle
cosiddette pecore sperdute; che si cerca di andare verso l'uomo d'oggi che
vive senza Cristo, che ha dimenticato Cristo, per annunciargli il Vangelo. E
sono felice di sentire che non solo si fa questo, ma che si conseguono anche dei
successi numericamente confortanti. Vedo, quindi, che voi siete capaci di
parlare a quelle persone nelle quali si deve rifondare, o addirittura fondare,
la fede.
Per questo lavoro concreto, io non posso dare ricette, perché sono diverse
le strade da seguire, a seconda delle persone, delle loro professioni, delle varie
situazioni. Il catechismo indica l'essenza di quanto annunciare. Ma è chi
conosce le situazioni che deve applicare le indicazioni, trovare un metodo
per aprire i cuori ed invitare a mettersi in cammino con il Signore e con la
Chiesa.
Lei parla dei criteri di discernimento per non correre invano. Vorrei in-
nanzitutto dire che tutte e due le parti sono importanti. La comunità dei
fedeli è una cosa preziosa e non dobbiamo sottovalutare - anche guardando
ai tanti che sono lontani - la realtà positiva e bella che costituiscono questi
fedeli, i quali dicono « sı̀ » al Signore nella Chiesa, cercano di vivere la fede,
cercano di andare sulle orme del Signore. Dobbiamo aiutare questi fedeli,