pro Gentium Evangelizatione subicimus. Praeterea iubemus episcopalem se-
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In primo luogo, mi riferisco alla riforma degli studi ecclesiastici di filoso-
fia, progetto che è giunto ormai alla fase finale di elaborazione, nella quale
non mancherà di essere sottolineata la dimensione metafisica e sapienziale
della filosofia, richiamata da Giovanni Paolo II nell'Enciclica Fides et ratio.2
Altrettanto utile è valutare l'opportunità di una riforma della Costituzione
apostolica Sapientia christiana. Voluta dal mio venerato Predecessore nel
1979, essa costituisce la magna charta delle Facoltà ecclesiastiche e serve come
base per formulare i criteri di valutazione della qualità di tali istituzioni,
valutazione richiesta dal Processo di Bologna, di cui la Santa Sede è divenuta
membro dal 2003. Le discipline ecclesiastiche, soprattutto la teologia, sono
sottoposte oggi a nuovi interrogativi, in un mondo tentato, da una parte, dal
razionalismo, che segue una razionalità falsamente libera e slegata da ogni
riferimento religioso, e, dall'altra, dai fondamentalismi, che falsificano la vera
essenza della religione con il loro incitamento alla violenza e al fanatismo.
Anche la scuola deve interrogarsi sulla missione che deve compiere nel-
l'odierno contesto sociale, segnato da un'evidente crisi educativa. La scuola
cattolica, che ha come missione primaria di formare l'alunno secondo una
visione antropologica integrale, pur essendo aperta a tutti e rispettando l'i-
dentità di ciascuno, non può non proporre una sua propria prospettiva edu-
cativa, umana e cristiana. Ecco allora porsi una sfida nuova che la globaliz-
zazione ed il pluralismo crescente rendono ancor più acuta: quella cioè
dell'incontro delle religioni e delle culture nella ricerca comune della verità.
L'accoglienza della pluralità culturale degli alunni e dei genitori si trova
necessariamente a confrontarsi con due esigenze: da un lato, non escludere
qualcuno in nome della sua appartenenza culturale o religiosa; dall'altro
canto, una volta riconosciuta e accolta questa diversità culturale e religiosa,
non fermarsi alla pura constatazione. Ciò equivarrebbe in effetti a negare che
le culture si rispettano veramente quando si incontrano, perché tutte le cul-
ture autentiche sono orientate alla verità dell'uomo e al suo bene. Perciò, gli
uomini provenienti da culture diverse possono parlarsi, comprendersi al di là
delle distanze spaziali e temporali, perché nel cuore di ogni persona abitano le
stesse grandi aspirazioni al bene, alla giustizia, alla verità, alla vita e
all'amore.
Altro tema allo studio della vostra Assemblea Plenaria è la questione della
riforma della Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis per i Seminari. Il
2 Cfr n. 81.