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rio Servi Dei, cuius auctoritas et vis iuridica a Congregatione de Causis Sanc-
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fratelli. Per il cristiano il digiuno non ha nulla di intimistico, ma apre mag-
giormente a Dio e alle necessità degli uomini, e fa sı̀ che l'amore per Dio sia
anche amore per il prossimo.22
Nel nostro cammino ci troviamo di fronte anche alla tentazione dell'avere,
dell'avidità di denaro, che insidia il primato di Dio nella nostra vita. La
bramosia del possesso provoca violenza, prevaricazione e morte; per questo
la Chiesa, specialmente nel tempo quaresimale, richiama alla pratica dell'ele-
mosina, alla capacità, cioè, di condivisione. L'idolatria dei beni, invece, non
solo allontana dall'altro, ma spoglia l'uomo, lo rende infelice, lo inganna, lo
illude senza realizzare ciò che promette, perché colloca le cose materiali al
posto di Dio, unica fonte della vita. Come comprendere la bontà paterna di
Dio se il cuore è pieno di sé e dei propri progetti, con i quali ci si illude di
potersi assicurare il futuro? La tentazione è quella di pensare, come il ricco
della parabola: « Anima mia, hai a disposizione molti beni per molti anni... ».
Conosciamo il giudizio del Signore: « Stolto, questa notte stessa ti sarà richie-
sta la tua vita... ».23 La pratica dell'elemosina è un richiamo al primato di Dio
e all'attenzione verso l'altro, per riscoprire il nostro Padre buono e ricevere la
sua misericordia.
In tutto il periodo quaresimale, la Chiesa ci offre con particolare abbon-
danza la Parola di Dio. Meditandola ed interiorizzandola per viverla quoti-
dianamente, impariamo una forma preziosa e insostituibile di preghiera, per-
ché l'ascolto attento di Dio, che continua a parlare al nostro cuore, alimenta il
cammino di fede che abbiamo iniziato nel giorno del Battesimo. La preghiera
ci permette anche di acquisire una nuova concezione del tempo: senza la
prospettiva dell'eternità e della trascendenza, infatti, esso scandisce sempli-
cemente i nostri passi verso un orizzonte che non ha futuro. Nella preghiera
troviamo, invece, tempo per Dio, per conoscere che « le sue parole non passe-
ranno »,24 per entrare in quell'intima comunione con Lui « che nessuno potrà
toglierci » 25 e che ci apre alla speranza che non delude, alla vita eterna.
In sintesi, l'itinerario quaresimale, nel quale siamo invitati a contemplare
il Mistero della Croce, è « farsi conformi alla morte di Cristo »,26 per attuare
una conversione profonda della nostra vita: lasciarci trasformare dall'azione
22 Cfr. Mc 12, 31. 23 Lc 12, 19-20. 24 Cfr. Mc 13, 31. 25 Cfr. Gv 16, 22. 26 Fil 3,10.