Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale82
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale84
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dono per l'umanità: dobbiamo perciò far sı̀ che i vantaggi che esse offrono
e diventiamo più plenamente umani. Amare è, infatti, ciò per cui siamo stati
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Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 147
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Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 149
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 155
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 157
Acta Benedicti Pp. XVI 111
II
In Vesperarum celebratione sub conclusione Hebdomadae pro Christianorum
Unitate.*
Cari fratelli e sorelle,
È grande ogni volta la gioia di ritrovarci presso il sepolcro dell'apostolo
Paolo, nella memoria liturgica della sua Conversione, per concludere la Set-
timana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani. Vi saluto tutti con affetto. In
modo particolare saluto il Cardinale Cordero Lanza di Montezemolo, l'Abate
e la Comunità dei monaci che ci ospitano. Saluto pure il Cardinale Kasper,
Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.
Con lui saluto i Signori Cardinali presenti, i Vescovi e i Pastori delle diverse
Chiese e Comunità ecclesiali, qui convenuti stasera. Una parola di speciale
riconoscenza va a quanti hanno collaborato nella preparazione dei sussidi per
la preghiera, vivendo in prima persona l'esercizio del riflettere e confrontarsi
nell'ascolto gli uni degli altri e, tutti insieme, della Parola di Dio.
La conversione di san Paolo ci offre il modello e ci indica la via per andare
verso la plena unità. L'unità infatti richiede una conversione: dalla divisione
alla comunione, dall'unità ferita a quella risanata e plena. Questa conversione
è dono di Cristo risorto, come avvenne per san Paolo. Lo abbiamo sentito
dalle stesse parole dell'Apostolo nella lettura poc'anzi proclamata: « Per gra-
zia di Dio sono quello che sono ».1 Lo stesso Signore, che chiamò Saulo sulla
via di Damasco, si rivolge ai membri della sua Chiesa - che è una e santa - e
chiamando ciascuno per nome domanda: perché mi hai diviso? perché hai
ferito l'unità del mio corpo? La conversione implica due dimensioni. Nel
primo passo si conoscono e riconoscono nella luce di Cristo le colpe, e questo
riconoscimento diventa dolore e pentimento, desiderio di un nuovo inizio. Nel
secondo passo si riconosce che questo nuovo cammino non può venire da noi
stessi. Consiste nel farsi conquistare da Cristo. Come dice san Paolo: « ... mi
sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da
Gesù Cristo ».2 La conversione esige il nostro sı̀, il mio « correre »; non è ulti-
mamente un'attività mia, ma dono, un lasciarsi formare da Cristo; è morte e
* Die 25 Ianuarii 2009. 1 1 Cor 15, 10. 2 Fil 3, 12.