elevent mentes nostras »,1 subtilissimo ingenio arcana veritatis tam naturalis
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Pour les universités catholiques, les facoultés ecclésiastiques et les établisse-
c) Le diplôme français de licence (180 ECTS) et les diplômes ecclésiasti-
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Acta Benedicti Pp. XVI 39
poter camminare sulla via della pace, gli uomini e i popoli hanno bisogno di
essere illuminati dal « volto » di Dio ed essere benedetti dal suo « nome ».
Proprio questo si è avverato in modo definitivo con l'Incarnazione: la venuta
del Figlio di Dio nella nostra carne e nella storia ha portato una irrevocabile
benedizione, una luce che più non si spegne e che offre ai credenti e agli
uomini di buona volontà la possibilità di costruire la civiltà dell'amore e della
pace.
Il Concilio Vaticano II ha detto, a questo riguardo, che « con l'incarna-
zione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo ».4 Questa unione è
venuta a confermare l'originario disegno di un'umanità creata ad « immagine
e somiglianza » di Dio. In realtà, il Verbo incarnato è l'unica immagine per-
fetta e consustanziale del Dio invisibile. Gesù Cristo è l'uomo perfetto. « In
Lui - osserva ancora il Concilio - la natura umana è stata assunta..., perciò
stesso essa è stata anche in noi innalzata a una dignità sublime ».5 Per questo
la storia terrena di Gesù, culminata nel mistero pasquale, è l'inizio di un
mondo nuovo, perché ha realmente inaugurato una nuova umanità, capace,
sempre e solo con la grazia di Cristo, di operare una « rivoluzione » pacifica.
Una rivoluzione non ideologica ma spirituale, non utopistica ma reale, e per
questo bisognosa di infinita pazienza, di tempi talora lunghissimi, evitando
qualunque scorciatoia e percorrendo la via più difficile: la via della matura-
zione della responsabilità nelle coscienze.
Cari amici, questa è la via evangelica alla pace, la via che anche il Vescovo
di Roma è chiamato a riproporre con costanza ogni volta che mette mano
all'annualeMessaggio per la Giornata Mondiale della Pace. Percorrendo questa
strada occorre talvolta ritornare su aspetti e problematiche già affrontati, ma
cosı̀ importanti da richiedere sempre nuova attenzione. È il caso del tema che
ho scelto per il Messaggio di quest'anno: «Combattere la povertà, costruire la
pace ». Un tema che si presta a un duplice ordine di considerazioni, che ora
posso solo brevemente accennare. Da una parte la povertà scelta e proposta
da Gesù, dall'altra la povertà da combattere per rendere il mondo più giusto e
solidale.
Il primo aspetto trova il suo contesto ideale in questi giorni, nel tempo di
Natale. La nascita di Gesù a Betlemme ci rivela che Dio ha scelto la povertà
per se stesso nella sua venuta in mezzo a noi. La scena che i pastori videro per
primi, e che confermò l'annuncio fatto loro dall'angelo, è quella di una stalla
4 Gaudium et spes, 22. 5 Ivi.