680 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
682 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
684 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
686 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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Congregatio de Causis Sanctorum 731
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736 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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738 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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Acta Francisci Pp. 715
e una capacità di empatia sono pertanto il punto di partenza per ogni
dialogo. Se vogliamo comunicare in maniera libera, aperta e fruttuosa con
gli altri, dobbiamo avere ben chiaro ciò che siamo, ciò che Dio ha fatto per
noi e ciò che Egli richiede da noi. E se la nostra comunicazione non vuole
essere un monologo, dev'esserci apertura di mente e di cuore per accettare
individui e culture. Senza paura: la paura è nemica di queste aperture.
Il compito di appropriarci della nostra identità e di esprimerla si ri-
vela tuttavia non sempre facile, poiché, dal momento che siamo peccatori,
saremo sempre tentati dallo spirito del mondo, che si manifesta in modi
diversi. Vorrei qui segnalarne tre. Il primo di essi è l'abbaglio ingannevole
del relativismo, che oscura lo splendore della verità e, scuotendo la terra
sotto i nostri piedi, ci spinge verso sabbie mobili, le sabbie mobili della
confusione e della disperazione. È una tentazione che nel mondo di oggi
colpisce anche le comunità cristiane, portando la gente a dimenticare che
« al di là di tutto ciò che muta stanno realtà immutabili; esse trovano il
loro ultimo fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei
secoli ».2 Non parlo qui del relativismo inteso solamente come un sistema di
pensiero, ma di quel relativismo pratico quotidiano che, in maniera quasi
impercettibile, indebolisce qualsiasi identità.
Un secondo modo attraverso il quale il mondo minaccia la solidità del-
la nostra identità cristiana è la superficialità: la tendenza a giocherellare
con le cose di moda, gli aggeggi e le distrazioni, piuttosto che dedicarsi
alle cose che realmente contano.3 In una cultura che esalta l'effimero e
offre numerosi luoghi di evasione e di fuga, ciò presenta un serio proble-
ma pastorale. Per i ministri della Chiesa, questa superficialità può anche
manifestarsi nell'essere affascinati dai programmi pastorali e dalle teorie,
a scapito dell'incontro diretto e fruttuoso con i nostri fedeli, e anche con i
non-fedeli, specialmente i giovani, che hanno invece bisogno di una solida
catechesi e di una sicura guida spirituale. Senza un radicamento in Cristo,
le verità per le quali viviamo finiscono per incrinarsi, la pratica delle virtù
diventa formalistica e il dialogo viene ridotto ad una forma di negoziato,
2 Gaudium et spes, 10; Cfr Eb 13, 8. 3 Cfr Fil 1, 10.