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Acta Francisci Pp. 573
Capacità di dialogo
Se c'è una parola che dobbiamo ripetere fino a stancarci è questa: dialogo.
Siamo invitati a promuovere una cultura del dialogo cercando con ogni mezzo
di aprire istanze affinché questo sia possibile e ci permetta di ricostruire il
tessuto sociale. La cultura del dialogo implica un autentico apprendistato,
un'ascesi che ci aiuti a riconoscere l'altro come un interlocutore valido; che
ci permetta di guardare lo straniero, il migrante, l'appartenente a un'altra
cultura come un soggetto da ascoltare, considerato e apprezzato. È urgente
per noi oggi coinvolgere tutti gli attori sociali nel promuovere « una cultura
che privilegi il dialogo come forma di incontro », portando avanti « la ricerca
di consenso e di accordi, senza però separarla dalla preoccupazione per
una società giusta, capace di memoria e senza esclusioni ».11 La pace sarà
duratura nella misura in cui armiamo i nostri figli con le armi del dialogo,
insegniamo loro la buona battaglia dell'incontro e della negoziazione. In
tal modo potremo lasciare loro in eredità una cultura che sappia delineare
strategie non di morte ma di vita, non di esclusione ma di integrazione.
Questa cultura del dialogo, che dovrebbe essere inserita in tutti i cur-
riculi scolastici come asse trasversale delle discipline, aiuterà ad inculcare
nelle giovani generazioni un modo di risolvere i conflitti diverso da quello
a cui li stiamo abituando. Oggi ci urge poter realizzare « coalizioni » non
più solamente militari o economiche ma culturali, educative, filosofiche,
religiose. Coalizioni che mettano in evidenza che, dietro molti conflitti, è
spesso in gioco il potere di gruppi economici. Coalizioni capaci di difendere
il popolo dall'essere utilizzato per fini impropri. Armiamo la nostra gente
con la cultura del dialogo e dell'incontro.
Capacità di generare
Il dialogo e tutto ciò che esso comporta ci ricorda che nessuno può
limitarsi ad essere spettatore né mero osservatore. Tutti, dal più piccolo
al più grande, sono parte attiva nella costruzione di una società integrata
e riconciliata. Questa cultura è possibile se tutti partecipiamo alla sua
elaborazione e costruzione. La situazione attuale non ammette meri osser-
vatori di lotte altrui. Al contrario, è un forte appello alla responsabilità
personale e sociale.
11 Esort. ap. Evangelii gaudium, 239.